L’altro giorno, leggendo le norme di attuazione del comune di Taormina, risalenti al 1975, mi sono soffermato su un articolo che consigliava la tecnica del tetto ventilato.
Questo articolo mi ha fatto ricordare due tipologie di opere per l’isolamento una odierna e l’altra un pò datata:
1) un costruttore, per isolare la mansarda ha messo in opera uno spessore di isolante termico abbastanza consistente, appoggiato direttamente sul solaio del tetto, ottenendo dei risultati non proporzionali al lavoro eseguito e alle spese sostenute.
2) durante le opere di smantellamento di una terrazza di un edificio risalente al 1950, ci siamo accorti che il pavimento che stavamo smantellando no era appoggiato sul solaio della terrazza ma su un’altra solettina posta a 30cm dal solaio in modo da lasciare una intercapedine d’aria. Perimetralmente sui muri vi erano dei fori per lo sfogo d’aria.
Tutto ciò mi ha portato a riflettere sulle tecniche e sui materiali da utilizzare considerando l’aspetto scientifico del problema “isolamento”.
Cosa accade quando una copertura rimane esposta al sole dalle 7.00 di mattina sino alle 8.00 di sera nei mesi estivi? Come avrete notato sono ben 13 ore di esposizione al sole cocente.
Nel caso del materiale isolante posto a contatto con la copertura, essendo per sua natura un materiale che riduce il passaggio del calore e non lo interrompe, dopo un pò di tempo raggiungerà una sua temperatura che permetterà, sia pure lentamente, il passaggio di calore dall’esterno verso l’interno con conseguente aumento della temperatura negli ambienti interni. disegno
Nel caso di una copertura ventilata, con predisposto anche isolante termico, il calore che passa attraverso le tegole riscalderà l’aria presente nell’intercapedine tra le tegole e la struttura interna che, per un principio fisico che non stiamo qui a spiegare, comincerà a muoversi dal basso verso l’alto portando con sè il calore che và ad accumularsi all’interno riducendo così il riscaldamento dell’isolante della parte interna della copertura e quindi degli ambienti interni. In questo caso l’accumularsi di calore su tetto viene asportato continuamente dal movimento d’aria.
Abbiamo applicato la seconda soluzione su una mansarda predisponendo sul solaio di copertura un listellato verticale alto 15cm, all’interno abbiamo posto uno spessore di 5cm di isolante cosi da lasciare 10cm di aria quindi abbiamo realizzato il tavolato continuo, guaina e tegole ottenendo una copertura ventilata che, a detta del proprietario, ha dato ottimi risultati.
Ora ciò non significa che possa essere la soluzione perfetta ma secondo principi fisici ed esperienze personali, potrebbe essere quella più appropriata.